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Doppio vetro o triplo vetro?

Costruire una casa da 0 è un’impresa complessa che quasi nessuno di noi riuscirebbe a portare a termine da solo, per lo meno non in modo produttivo, per questo nella maggior parte dei casi ci si affida a dei professionisti con delle competenze che consentono di portare avanti il lavoro con coerenza dall’inizio alla fine. 

Una ristrutturazione invece sembra un procedimento meno oneroso, si parte da una base che già sta in piedi e apparentemente le difficoltà e le nozioni da avere sono molte di meno rispetto ad un progetto ex novo. 

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Per cui, a fronte di questa presunta facilità, si tende a cadere nella trappola del “chi fa da se risparmia”

Ma non è così, una ristrutturazione è comunque complessa e spesso può richiedere addirittura più nozioni specifiche rispetto ad un lavoro ex novo perchè si tratta di adattarsi ad un’opera realizzata da altri, in tempi diversi, con modalità e fini differenti.

Nessuno è esperto di ogni cosa e se abbiamo le competenze per fare alcune scelte sensate, molti aspetti finiranno per portarci verso qualche decisione di cui ci pentiremo.

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Quando ci mettiamo in testa un’idea sbagliata, magari perchè ci siamo informati in modo incompleto o siamo stati consigliati da qualcuno poco competente (ammiocuggino), è difficile tornare sui propri passi e nel momento in cui ce ne rendiamo conto è troppo tardi. Cambiare e correggere in corso d’opera fa lievitare tempi e costi a dismisura.

Per questo abbiamo pensato di stendere alcune semplici guide che possano aiutarvi in alcune delle decisioni da prendere quando si affronta una ristrutturazione. Al di la del consiglio, banale ma non scontato, che scelte importanti come gli infissi vanno ponderate prima, per evitare di trovarsi spiazzati e a cantiere aperto. Una buona pianificazione è fondamentale per non vanificare sforzi e sprecare denaro. Inutile comprare un portoncino blindato se abbiamo i muri di gesso…

Perciò incominciamo con la prima domanda: doppio vetro (singola vetrocamera) o triplo vetro (doppia vetrocamera)?

anta Step-line KAB PVC-alluminio con triplo vetro Finstral
un triplo vetro Finstral Step Line

Una delle situazioni che un professionista del settore degli infissi affronta spesso è trovarsi a discutere con un cliente intestardito su un prodotto palesemente non idoneo alle sue esigenze, convinto e diffidente di fronte al tentativo di persuasione da parte del fornitore, diffidenza data dall’idea che “lui deve vendere e mi vuole rifilare quello che vuole” mentre l’amico, il tizio a caso trovato sul forum che ha dato il consiglio è disinteressato, che ci guadagna?

Partire con il prezzo come unico parametro di scelta è il primo degli errori e l’ultima cosa da fare. È come leggere il listino della pizzeria partendo dai prezzi non da quello che si ha voglia di mangiare.

Andare al risparmio è controproducente e allo stesso modo ragionare al contrario, c’è chi non ha problemi di budget e sceglie un serramento basandosi sulla quantità di caratteristiche, più cose ci sono meglio è…

Ma è più complicato...

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Decidere se installare  i serramenti con doppio o triplo vetro è l’innesco del cortocircuito “più vetri = meglio” o “meno vetri = costa meno”, ragionamento che non porta da nessuna parte se non inserito nel contesto del lavoro nella sua interezza.

Un serramento col triplo vetro è più adatto in determinate circostanze, il doppio vetro in tutte le altre. Si rischia altrimenti di risparmiare sull’acquisto ma sprecare in climatizzazione, oppure spendere inutilmente per un serramento altamente performante quando il resto della casa è un colabrodo, magari senza tagli termici e isolamento delle nicchie.

Non di rado capita che nell’illusione di aver comprato il meglio si siano letteralmente buttati i soldi in un prodotto totalmente non idoneo.

Come operare questa scelta in modo consapevole? Beh, innanzi tutto affidandosi a dei professionisti in grado di valutare accuratamente la situazione. Con le giuste considerazioni però possiamo comunque entrare nell’ordine di idee sulla tipologia corretta di prodotto, poi il tecnico saprà indirizzarci più nello specifico.

Limitarsi ad elencare peso, numero di vetri, efficienza, senza contestualizzare non dice granchè, vediamo di capire le caratteristiche di ognuno e le loro applicazioni.

La vetrocamera costituisce il 95% dell’efficienza di una finestra, nella parete è la parte più sottile (pochi cm contro i 30 mediamente del muro), deve permetterci di vedere attraverso e di far entrare luce ma allo stesso tempo isolare impedendo al calore di disperdersi all’esterno, come fosse un muro ma senza il vantaggio dello spessore e dell’opacità. Va da se che dobbiamo comunque partire da prodotti di una certa qualità. Lavorare su questi aspetti tanto importanti e insindacabili ha permesso di sviluppare vetri diversi con caratteristiche specifiche, il mercato offre davvero molte soluzioni che coprono qualsiasi esigenza.

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La vetrocamera è formata da lastre di vetro (normali o stratificate) inframezzate da una canalina, l’intercapedine è riempita di gas inerte (aria disidrata o argon). La canalina viene riempita con dei sali per mantenere l’umidità ed evitare condensa all’interno. Il tutto viene sigillato perimetralmente. Il triplo vetro aggiunge una seconda canalina ed un terzo vetro, il tutto con doppia sigillatura.

La finestra è uno dei componenti passivi del quadro energetico della casa, non consuma, non emette ma mantiene. Intuitivamente un triplo vetro è più isolante rispetto ad un doppio, in alcuni casi riducendo della metà la dispersione termica rispetto a quest’ultimo. Ma porta con se anche dei difetti: prima di tutto il peso che va a gravare sulle cerniere, minor trasparenza complessiva che si traduce in minore quantità di luce e desaturazione dei colori percepiti, automaticamente la luce che non entra viene percepita da fuori come un maggiore riflesso che potrebbe risultare fastidioso o antiestetico.

Quindi un triplo vetro deve essere prima di tutto un prodotto di alta qualità costruttiva, il prezzo maggiore non è determinato tanto dall’hardware extra ma nella fattura, i vetri devono essere trattati per essere il più trasparenti possibile, le meccaniche solide e durature e la sigillatura garantita, lo standard deve essere alto.

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Orientarsi su un triplo vetro è un gioco che deve valere la candela e la condizione ideale per il suo impiego è in luoghi principalmente freddi dove si raggiungono gradienti di temperatura tra interno ed esterno superiore ai 20°C, oppure su pareti orientate a nord dove non arriva il sole. Chiaramente deve essere conforme all’isolamento delle pareti, la dispersione termica del muro deve essere paragonabile a quella dell’infisso. Se il muro non presenta un adeguato isolamento come cappotto o intercapedine, spendere per una finestra performante ha poco senso, bisognerebbe prima pensare ad isolare la casa. Ma nelle condizioni di impiego ideali il sovrapprezzo del serramento si ripaga in risparmio energetico e confort nel giro di poco tempo.

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Se l’abitazione si trova in una regione fredda ma è orientata a sud, si potrebbe voler sfruttare l’irradiamento solare per recuperare calore. In questo caso il triplo vetro con la sua minor trasparenza complessiva potrebbe essere un ostacolo. Qui un impiego misto di doppio e triplo vetro abbinato ad una efficiente disposizione degli oscuranti potrebbe essere un ottimo compromesso.

Se invece si hanno grandi fori da allestire con ampie vetrate la scelta di un triplo vetro è sconsigliata, il suo peso potrebbe renderlo ingestibile e rendere inservibili le meccaniche

Ci sono dei contesti in cui, anche se controintuitivamente, tre vetri non sono la scelta ideale. La doppia vetrocamera spesso viene indicata come più resistente alle effrazioni (tre vetri sono più duri da rompere di due) ma se analizziamo i dati delle effrazioni possiamo constatare che questo aspetto è irrilevante e non deterrente. Quindi equipaggiare un’abitazione col triplo vetro se energeticamente non lo necessita solo per questioni di sicurezza non è una scelta molto saggia, non solo per i costi. L’altro frangente poco conveniente è quello dell’isolamento acustico: le lastre sono elementi rigidi e l’intercapedine non è vuota, per cui a differenza delle onde elettromagnetiche (nelle frequenze del visibile, prossimo infrarosso e prossimo ultravioletto) che vengono schermate dal numero di strati, le onde meccaniche (cioè il suono) si propagano allo stesso modo tra due come tra tre vetri.

Alle nostre latitudini la vetrocamera singola copre la maggior parte delle esigenze, sul mercato esistono prodotti che per prestazioni si avvicinano molto alle performance della doppia. Ma indipendentemente dalla scelta operata è imperativa una posa dei serramenti professionale. Mancate sigillature, difetti di geometria o di regolazione e fuori quadro potrebbero compromettere l’efficienza energetica e la durata stessa dell’infisso. Anche in questo frangente, ci sono molteplici tecniche e soluzioni operative che un professionista conosce e può consigliarvi per aiutarvi a raggiungere il risultato sperato. Di base, meglio un buon serramento a singola vetrocamera montato a regola d’arte che un serramento a doppia vetrocamera di dubbia qualità montato male.

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Per concludere, riassumiamo:

La doppia vetrocamera (triplo vetro), energeticamente è molto performante si presta ad installazioni in regioni in cui il gradiente di temperatura tra interno ed esterno va sopra i 20° C, va accompagnata ad un adeguato isolamento delle pareti perimetrali, l’infisso deve essere di qualità per erogare le prestazioni richieste (vetri extra chiari, sigillature, vetrocamera incollata all’anta, meccaniche adeguate) e la posa deve essere impeccabile. Può comunque rientrare in una posa a stratigrafia mista (triplo vetro sui lati freddi, doppio sui lati irradiati). 

I difetti (o meglio, i limiti) sono un peso considerevole che impedisce di allestire grandi fori, una ridotta trasparenza con conseguente perdita di irradiamento luminoso, una desaturazione dei colori percepiti (effetto vetro brunito). Limitazioni alle quali si aggiunge un costo più elevato, per cui si tratta di un prodotto che non è migliore a prescindere perchè più complesso ma ideale nelle condizioni sopra citate.

Quindi propendere per un prodotto “ricco” sulla carta non sempre è garanzia del risultato ottimale, come scegliere una soluzione più economica nell’immediato può rivelarsi una spesa energetica negli anni a seguire.